SGOMBERATO IL CSA DI UDINE

Comunicato stampa dei compagni di Udine

 

Con un atto di inaudita gravità ieri 10.12.2009 i Carabinieri hanno apposto i sigilli al Centro Sociale Autogestito di Udine, approfittando della riunione del Movimento Studentesco per intimidire pesantemente alcuni studenti che si trovavano nei locali (ricordiamo che solo alcuni giorni fa due studenti del Liceo Marinelli si erano visti recapitare un decreto penale di condanna per la pacifica occupazione della scuola).

Evidentemente Carabinieri e Magistratura di Udine vogliono apparire i primi della classe nel clima di pesante repressione che si va sviluppando in tutta Italia fino a configurare, a 40 anni esatti dalla "Strage di Stato" di piazza Fontana, una forma subdola e strisciante di fascismo.

In realtà il "sequestro preventivo" dell'edificio non si giustifica in nessun modo sul piano giuridico, dato che il processo per l'occupazione del centro sociale è ancora in corso e le Ferrovie non hanno mai richiesto alcun sequestro.

È invece fin troppo chiara la volontà politica di chiudere la bocca ad uno spazio che da anni lotta per una nuova cultura autogestita ed è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti delle donne, dei migranti, del territorio e dell'ambiente (non ultima la battaglia NO TAV), che si è sempre battuto contro il militarismo ed ogni forma di oppressione.

Sarebbe troppo lungo ripercorrere la più che ventennale storia del centro sociale autogestito. Ricordiamo solo che all'atto della chiusura della sede di via Volturno nel giugno 2006 (tra parentesi, se le palazzine liberty sono ancora in piedi è stato solo per l'impegno del CSA che riuscì a dimostrarne l´interesse storico obbligando le Belle Arti a intervenire…) Comune, Regione, Prefettura concordavano nella necessità di garantire una nuova sede al CSA (anche se solo a parole, rimpallandosi la responsabilità ).

La logica ora appare profondamente mutata:siamo in un clima generale di repressione in tutta Italia: sgomberi, violenze su studenti e lavoratori sono oramai all'ordine del giorno.

Per questo è necessario mobilitarsi più che mai in difesa della libertà di espressione e di organizzazione. Organizzeremo nei prossimi giorni iniziative di protesta in città. 


 

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