Intanto a Gorizia…

Della serie "bon che i li ga ben sdrondenadi quela volta a Tarnova"…

LUNEDÌ,
25 GENNAIO 2010 – IL PICCOLO cronaca di Gorizia – Omaggio ai caduti della Decima dai reduci giunti da mezz'Italia. Il cappellano padre TOMEI
nella preghiera di suffragio ha ricordato MUSSOLINI e la moglie
Rachele…

Come ogni anno sono tornati da mezz'Italia i reduci Mas, che hanno
voluto rendere omaggio ai loro commilitoni che hanno combattuto sul
fronte goriziano e sono sepolti nel cimitero di Gorizia. Un omaggio
allargato anche a quanti combatterono sotto le insegne della
Rep.Sociale di Salò e anche a Benito e Rachele Mussolini, ricordati con
una preghiera.  A scandire il Padre Nostro padre ROCCO TOMEI, storico cappellano della
Decima. A pregare con lui un'80ina di reduci, loro famigliari e giovani
simpatizzanti giunti per ricordare la battaglia di Tarnova del gennaio
45. Diversi indossavano i baschi cremisi della Folgore e quelli verdi
degli incursori di Marina; altri ancora vestivano in mimetici e capi
militari. E tra labari e vessilli non è macato un Tricolore attraverato
dall'aquila con gli artigli conficcati sul fascio littorio.

Mentre
risuonava l'inno dell'unità militare fondata dal principe Junio Valerio
Borghese, poi, non è mancato chi fieramente ha proteso nell'aria il
braccio destro. "Rivolgiam a Benito Mussolini e a sua moglie una
preghiera -ha scandito nel freddo del mattino padre TOMEI- e a tutti
coloro i quali combatterono e morirono nel nome della nostra amata
patria".

A prendere la parola è stato anche Guido Mondolfo da sempre attivo in città
NEL TENER ALTO IL RICORDO DI QUANTI, all'indomani dell'8 settembre,
SCELSERO DI TENER FEDE ALLA SCIAGURATA ALLEANZA CON IL REGIME NAZISTA.
"Per troppo tempo non si è voulto riconoscere a quanti immolarono la
loro vita vestendo le uniformi della RSI la dignità di soldati, quali
invece essi erano. E per troppo tempo non si è voluto riconoscere
alcuni MERITI INNEGABILI che ebbe la RSI, in particolare sotto il
profilo'assistenza e della protezione sociale della popolazione italiana
. Mentre il Regno del Sud veniva stritolato dall'inflazione lasciata
galoppare dalle potenze occupanti, nella RSI alle famiglie veniva
garantita l'istruzione, lo svago e un certo benessere!"
Nel corso della
cerimonia sono stati ricordati anche gli altri reparti fedeli a Salò
[…]
articolo di Nicola Comelli.

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IKEA, qualche considerazione

Per chi non lo sospettasse, e pensa che IKEA sia un valido passatempo per le penose giornate festive, oltre che una "opportunita' di lavoro e di sviluppo", alcuni articoli:

Cattiva IKEA

"L'indiscreto fascino dell' ipermacchina del consumo"

"Mobili svedesi, stipendi cinesi"

Lavoratori Ikea in lotta

Altri ettari di pesaggio agrario friulano in meno; sfruttamento e postmodernita' per tutti

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Lavoro Sporco

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ANTI-NATALE

 

 

 

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22 ANNI DI AUTOGESTIONE NON SI CANCELLANO CON UNO SGOMBERO!!

Giovedì 10 dicembre 2009 i carabinieri hanno apposto i sigilli al Centro Sociale Autogestito di Udine, con il pretesto di un "sequestro preventivo" dell'edificio che non si giustifica in nessun modo sul piano giuridico, dato che il processo per l'occupazione del Centro Sociale è ancora in corso e le Ferrovie non hanno mai richiesto alcun sequestro. È fin troppo chiara la volontà politica di chiudere la bocca ad uno spazio  che da 22 anni lotta per una nuova cultura autogestita ed è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti delle donne, dei migranti,  del territorio e dell'ambiente (non ultima la battaglia NO TAV), che si è sempre battuto contro il militarismo ed ogni forma di oppressione.
Carabinieri e Digos hanno agito approfittando della riunione del Movimento Studentesco e intimidendo pesantemente alcuni studenti che si trovavano nei locali (e che ora vengono riconvocati in caserma per accertamenti). Non è il primo tentativo di fermare la protesta studentesca: solo alcuni giorni fa due studenti del Liceo Marinelli si erano visti recapitare un decreto penale di condanna per la pacifica occupazione della scuola nell'ambito delle proteste contro il decreto Gelmini nel 2008. Nonostante l'occupazione non fosse stata ostacolata dal preside, schieratosi con gli studenti, è diventata pretesto per una azione repressiva unica in Italia.
Evidentemente Carabinieri e Magistratura di Udine vogliono apparire i primi della classe nel clima di pesante repressione che si va sviluppando in tutta Italia fino a configurare una forma sempre più palese di fascismo.
Sembra la messa in pratica del disegno cominciato con la "strategia della tensione" proprio 40 anni fa con la strage di Stato di piazza Fontana.

E' necessario mobilitarsi più che mai in difesa della libertà di espressione e di organizzazione.

SABATO 19 DICEMBRE 2009

MANIFESTIAMO TUTT* A UDINE CONTRO SGOMBERI E REPRESSIONE

Ulteriori info presto in questi siti internet:

http://www.info-action.net/

csascalonuovo.noblogs.org

zardinsmagnetics.noblogs.org

Centro Sociale Autogestito di Udine

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1969 – 2009

1969 – 2009: LO STATO UCCIDE

 

Il 12 Dicembre 1969 una bomba di Stato esplode in Piazza Fontana a Milano e fa 16 morti. La polizia accusa da subito gli anarchici.

Il 15 Dicembre da una finestra della questura di Milano "vola" Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico. Una creativa sentenza del giudice D’Ambrosio parlera’ di "malore attivo". Lo stesso giorno viene arrestato Pietro Valpreda il "mostro", anarchico anche lui, che verra’ liberato solamente nel 1972, in seguito ad un vasto movimento di protesta.

Con questa bomba, e le altre che seguirono lungo tutti gli anni ‘70, il potere politico e militare, attaccato da un ampio movimento operaio e studentesco, tenta di criminalizzare gli anarchici e la sinistra extraparlamentare, servendosi anche della manodopera di gruppi neofascisti.

Dal 1945 al 1968 la Polizia aveva ucciso 168 oppositori durante manifestazioni.

Dopo il 1969 continuera’ ad uccidere manifestanti come la radicale Giorgiana Masi o l’anarchico Franco Serantini, per strada o nelle carceri. Una scia di sangue che arriva ai pestaggi assassini su Aldrovandi (2005), Rasman (2006) e Cucchi (2009), al proiettile deviato sul corpo di Carlo Giuliani o quello che ad Atene, il 6 dicembre 2008, colpisce il quindicenne Alexis Grigoropulos, mentre beve una birra.  

 A differenza dei giudici, gli anarchici non archiviano.

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SGOMBERATO IL CSA DI UDINE

Comunicato stampa dei compagni di Udine

 

Con un atto di inaudita gravità ieri 10.12.2009 i Carabinieri hanno apposto i sigilli al Centro Sociale Autogestito di Udine, approfittando della riunione del Movimento Studentesco per intimidire pesantemente alcuni studenti che si trovavano nei locali (ricordiamo che solo alcuni giorni fa due studenti del Liceo Marinelli si erano visti recapitare un decreto penale di condanna per la pacifica occupazione della scuola).

Evidentemente Carabinieri e Magistratura di Udine vogliono apparire i primi della classe nel clima di pesante repressione che si va sviluppando in tutta Italia fino a configurare, a 40 anni esatti dalla "Strage di Stato" di piazza Fontana, una forma subdola e strisciante di fascismo.

In realtà il "sequestro preventivo" dell'edificio non si giustifica in nessun modo sul piano giuridico, dato che il processo per l'occupazione del centro sociale è ancora in corso e le Ferrovie non hanno mai richiesto alcun sequestro.

È invece fin troppo chiara la volontà politica di chiudere la bocca ad uno spazio che da anni lotta per una nuova cultura autogestita ed è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti delle donne, dei migranti, del territorio e dell'ambiente (non ultima la battaglia NO TAV), che si è sempre battuto contro il militarismo ed ogni forma di oppressione.

Sarebbe troppo lungo ripercorrere la più che ventennale storia del centro sociale autogestito. Ricordiamo solo che all'atto della chiusura della sede di via Volturno nel giugno 2006 (tra parentesi, se le palazzine liberty sono ancora in piedi è stato solo per l'impegno del CSA che riuscì a dimostrarne l´interesse storico obbligando le Belle Arti a intervenire…) Comune, Regione, Prefettura concordavano nella necessità di garantire una nuova sede al CSA (anche se solo a parole, rimpallandosi la responsabilità ).

La logica ora appare profondamente mutata:siamo in un clima generale di repressione in tutta Italia: sgomberi, violenze su studenti e lavoratori sono oramai all'ordine del giorno.

Per questo è necessario mobilitarsi più che mai in difesa della libertà di espressione e di organizzazione. Organizzeremo nei prossimi giorni iniziative di protesta in città. 


 

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