Contro il progetto di un polo scolastico a Monfalcone

Aggiornamento del 2 gennaio 2023

La regione FVG – come fatto notare da noi (tra gli altri) vedi sotto tra le nostre osservazioni – sottolinea come per il polo di via Grado è necessario un parere geologico a differenza di quanto sostenuto  dal comune di Monfalcone

Osservazioni sulla variante 69 al Piano Regolatore da parte del Circolo Libertario Caffè Esperanto

(ne avevamo già parlato qui)

La scorsa settimana abbiamo inoltrato al comune di Monfalcone le nostre osservazioni sulla variante 69 al Piano Regolatore, che prevede l'edificabilità di un'area di circa 3.5 ettari nella zona di via Grado, per potervi costruire il futuro polo scolastico.
Ci siamo espressi con una netta contrarietà a questo progetto sin dalla sua presentazione, nel frattempo c'è stato un ulteriore ampliamento dell'area interessata e la successiva approvazione in Consiglio Comunale, nel quale Sindaca e giunta hanno sbrigativamente liquidato le contrarietà dell'opposizione.
Troviamo la relazione presentata dal Comune pretestuosa, a nostro parere, tesa a scavalcare controlli inevitabili quando le destinazioni d'uso vengono dettate dall'interesse sociale. Non si può usare uno strumento vecchio di trent'anni, quando i cambiamenti climatici erano all'esordio, senza una indagine geologica.
Abbiamo deciso di presentare tre osservazioni condividendo peraltro pienamente anche il contenuto di quelle presentate dall'associazione ambientalista Eugenio Rosmann, dal Comitato Rione Centro e da Legambiente.
In particolare chiediamo che la variante venga stralciata ed il progetto venga ripensato in base ad una attenta analisi costi/benefici (anche, e soprattutto ambientali). Troviamo poi che la relazione illustrativa del Comune sia inesatta, in quanto dal punto di vista geologico è necessaria l'acquisizione del parere geologico regionale vista l'importanza dell'intervento sull'area. Un'ulteriore inesattezza riguarda poi la valutazione ambientale delle superfici, poiché alcune di queste non essendo coltivate da più di 20 anni potrebbero essere protetti ufficialmente come prati stabili e come boschette, di particolare valore se consideriamo la situazione degradata dell'area monfalconese.
Crediamo che sia opportuno che la Giunta prenda atto della diffusa contrarietà a questo progetto, e della sua insensatezza dal punto di vista ambientale, economico e anche scolastico.
Monfalcone e i paesi limitrofi hanno pagato e pagano ancora molto in termini ambientali e di inquinamento scelte scellerate degli scorsi decenni, è ora di cambiare rotta!

Questa voce è stata pubblicata in appello, comunicati, ecologia. Contrassegna il permalink.