Gorizia, 1983: quando il punk implicava delle scelte etiche e politiche precise e non era solo una delle tante possibilita' di consumo.
Recentemente si è parlato delle origini del movimento punk in regione.
Navigando in rete si possono trovare le tracce anche di un gruppo – la FOTTUTISSIMA PELLICCERIA ELSA – attivo a Gorizia negli anni '80 che prende il nome appunto da una pellicceria in centro. Gruppo mai approdato su vinile e forse per questo semi dimenticato.
Scaricatevi e ascoltatevi questa demo tape, con dodici canzoni, che confermano l'attivismo e la convinzione del gruppo negli ideali dell'antimilitarismo, dell'animalismo.
Scaricabile qui
fottutissima pellicceria elsa (gorizia)
qui gorizia, ridente cittadina del friuli venezia giulia. parlarne sarebbe superfluo e inutile
dato che parlare di gorizia è come parlare di qualsiasi città provinciale agli estremi e con le
solite paranoie del caso. siamo i fpe, attivi da circa 8 mesi (…). breve attimo di sosta per il cambio di batterista e per altri e soliti casini, e di nuovo reazione! il nome deriva dalla fusione-contrasto di due fattori decisivi: la nostra totale massima contrarietà verso ogni forma di sfruttamento fatta da uomo ad animale, e la presenza di una fottutissima e altolocata pellicceria nel centro città, pellicceria che porta appunto il nome di elsa! siamo contrari quindi ad ogni oppressione sotto qualsiasi forma su ogni essere vivente, contrari alla commercializzazione-lucro di idee, contrari ad etichette fautrici dei più assurdi-crudeli schemi mentali e sociali. ecologia, pace per molti solo cazzate troppo utopistiche, per noi no! noi ci crediamo ancora! qualche mese fa è uscita la nostra prima cassetta autoprodotta allo scopo principale di far conoscere idee e musica del gruppo: ha delle carenze di registrazione, nonostante ciò abbiamo fatto del nostro meglio affinché il tutto appaia ascoltabile. lo sforzo non è stato assolutamente indifferente intorno a tanta indifferenza ormai radicata da sempre nei cervelli di molti che ci circondano. abbiamo iniziato una grande campagna rompicoglioni a gente che dorme, riguardo una realtà crudele e violenta praticata ogni giorno su miliardi di animali, la vivisezione. sembra stia servendo a qualcosa, i belli addormentati cominciano a svegliarsi e a chiedere qualcosa…
dalla fanzine "nashville skyline" n. 4 (vittorio veneto, tv) 1984
Oppure ascolta e/o scarica le singole tracce
| 01 – Moda assassina | 4:42 | |||
| 02 – Si vive per morire | 2:17 | |||
| 03 – Reazione | 1:58 | |||
| 04 – Gorizia nella notte | 6:14 | |||
| 05 – Perchè devo | 2:56 | |||
| 06 – Are we a kind of punk | 2:58 | |||
| 07 – … | 0:59 | |||
| 08 – Burattini | 3:26 | |||
| 09 – No militare | 6:37 | |||
| 10 – Non mi avrete più | 3:50 | |||
| 11 – Dentro vuoti | 3:45 | |||
| 12 – In croce …qui | 3:44 | |||
| 13 – E alla fine | 1:29 |
FONTI:
- Sconfinare – Il Punk Goriziano negli anni Ottanta
- New Vinyl Wave
- Accaci Hardcore
- Pay No More Than
- Discogs
Il Punk Goriziano negli anni ottanta
24 dicembre 2010
Lucio Santin
scritto con Monica Esposito
La cultura punk in una città di confine. Intervista a Lorenzo Della Rovere.
La VI edizione di Pixxel Music – festival internazionale di arte digitale e musica elettronica – ha offerto quest’anno cinque Giovedì dedicati alla storia della musica.
Lo scorso 4 Novembre si è svolta una conferenza dal nome Feel the punk,
tenuta da Lorenzo della Rovere, musicologo del DAMS di Gorizia.
Interessati dagli argomenti trattati, ci siamo presi un’oretta per parlarne con
lui.
Quando e come nasce il movimento punk italiano?
Il punk inizia a diffondersi in Italia nel 1976. Si ispira alla scuola
Crassiana, attiva a Londra, che aveva conservato le istanze positive della
cultura Hippie: autogestione, attivismo e comuni. Alcuni ex-hippie che non
si erano fatti devastare il cervello dalla droga si organizzarono nella capitale
inglese e iniziarono a fare attivismo, a produrre veramente qualcosa. Il punk
viene pensato infatti come un movimento etico più che musicale,
inscindibile dalla politica.
Riguardo questa inscindibilità, cosa ci puoi dire del Virus di Milano?
Sì, il virus era un centro sociale milanese, situato in via Correggio, nato per
Sì, il virus era un centro sociale milanese, situato in via Correggio, nato per
iniziativa di pochi ragazzi alla ricerca di un luogo di aggregazione. Divenne
poi il più grande centro di riferimento italiano – se non addirittura europeo– per il movimento punk. Ci si organizzavano concerti di gruppi persino extraeuropei, tour per le band affiliate al luogo, si stampavano dischi… il
tutto auto o co-prodotto. Si partiva – e lo si fa tutt’ora – da un concetto di
distacco dalla logica mainstream, il punk produce per il puro gusto di farlo
e senza bisogno di enormi somme di danaro.
Come viene vissuto il punk in una città di confine come Gorizia?
In realtà devo dire che i veri centri del punk italiano furono altri: Milano,
Torino e Bologna, in primis. Gorizia è, appunto, in una zona decentrata
dell’Italia, è una città di confine ed ha quindi sortito o passivamente o con
ritardo l’eco del punk, pur con le dovute eccezioni. Infatti, nella regione, nei
primi anni ottanta si crearono alcuni importanti circuiti indipendenti,
dedicati soprattutto alla produzione di carta stampata: nella valle del
Natisone è possibile ritrovare tutt’ora un – caratteristico – tale che si fa
chiamare Punkrazio il quale fondò una fanzine (rivista indipendente
specializzata, ndr) dal nome Nuova Farenheit. E questa ebbe pure una
grande diffusione a livello nazionale. Non si può non tacere il caso della
persona di Magù, altro attivista punk friulano che in un periodo privo di
mezzi mediatici riusciva a reperire tutti gli ultimi dischi di gruppi inglesi ed
europei che comprava (ordinandoli via lettera!) e rivendeva ai concerti
indipendentemente, contribuendo così alla diffusione di questo movimento
culturale.
Cosa ci dici del concerto dei “Dead Kennedys” a Gorizia?
Nell’82 il famoso gruppo californiano avrebbe dovuto tenere un concerto a
Milano. Ma a causa di screzi tra promoter e locale il concerto stava per
essere annullato. I fedelissimi dell’ambiente punk milanese in un paio di
giorni riuscirono ad individuare una location alternativa: il palasport di
Gorizia. Anche questo dimostra che per il punk non è sempre necessario
Nell’82 il famoso gruppo californiano avrebbe dovuto tenere un concerto a
Milano. Ma a causa di screzi tra promoter e locale il concerto stava per
essere annullato. I fedelissimi dell’ambiente punk milanese in un paio di
giorni riuscirono ad individuare una location alternativa: il palasport di
Gorizia. Anche questo dimostra che per il punk non è sempre necessario
avere una grande casa di produzione alle spalle, le cose si fanno lo stesso.
Ed è proprio questo il suo spirito do it yourself, che sintetizza un’istanza più
politico-storica che musicale. Il punk si fonde con il contesto sociale. Tanto
è vero che i più grandi concerti si svolgevano, e tutt’ora si svolgono,
all’interno di centri sociali e non in locali.
Quali erano i principali gruppi punk goriziani?
I più importanti erano gli Warfare, famosi anche fuori dal contesto goriziano.
Il loro cantante, Richard Russian, oggi ha a Gorizia un negozio di prodotti
biologici (potete anche andare a trovarlo!), retaggio di un passato à rebours.
Aveva poi un’etichetta chiamata Nuclear Sun Punk che pubblicò una
ventina di dischi, alcuni anche di gruppi europei famosi, ovviamente in
modo – in senso stretto – indie. Altro esempio è la Fottutissima Pellicceria
Elsa. Anche se bisogna dire che era Udine il focolaio maggiore.
Dunque il punk ha avuto il suo maggiore sviluppo al Nord?
Sicuramente al Nord si ci affaccia su uno scenario molto più variegato, ma
anche al Sud vi furono diversi centri interessanti tra i quali spiccava quello
di Bari.
Esiste ancora il punk?
Si, esiste. È un movimento e non uno stile musicale. Per questo è ancora
vivo. C’è stata una crisi, in realtà, da fine anni 80 a inizio 90 a causa dello
sviluppo di due correnti : il rap e la techno. Il loro spirito inizialmente era
simile a quello punk: la voglia di costruire qualcosa era un concetto base
per entrambe. La techno tuttavia si è persa nei meandri della dissoluzione
improduttiva sull’onda dei No Futures. Ma il punk esiste ancora. Basta
venire a uno dei concerti che organizziamo e vederlo con i propri occhi.

Mappa di alcuni gruppi musicali. [A Gorizia la Fottutissima pellicceria Elsa]. In realtà ve ne furono molti altri. Segnalati qui ci sono quelli piú menzionati nelle punkzine, chi si era autoprodotto dischi o audiocassette, chi aveva suonato al Virus e in altri centri autogestiti o in iniziative autorganizzate.
Philopat Marco, Costretti a sanguinare. Il romanzo del punk italiano 1977-1984, Einaudi, Torino, 2006
