PRIMO MAGGIO: GIORNATA DI LAVORATORI E LAVORATRICI PERCHÉ SIAMO QUI

Dal 2018 abbiamo riportato, assieme ad altri sindacati di base e associazioni, la manifestazione del Primo Maggio a Monfalcone, nella piazzetta degli esposti amianto.

Eravamo stufi dell'inutile passeggiata a Gradisca, in un grazioso giardino lontano anni luce dai conflitti e dai problemi del lavoro della città/fabbrica di Monfalcone organizzata dai sindacati confederali.

Non ci basta però soltanto il cambio di luogo: vogliamo un momento di lotta, di rivendicazione, fatto dai lavoratori e non da strutture lontanissime dai loro bisogni che del resto hanno scelto Monfalcone solo nella indisponibilità di Gorizia.

Vogliamo una piazza che parli delle condizioni di lavoro nella nostra città, dentro e fuori dal cantiere, di chi qui è nato e di chi qui ha scelto di vivere.

Non vogliamo nella nostra piazza nemmeno sentire l'odore di chi governa questa città alimentando la guerra tra poveri e alimentando l'odio etnico. E ci fa profonda tristezza e rabbia che i sindacati confederali abbiano prestato il fianco a questa amministrazione con degli inutili protocolli per la manodopera.

Vogliamo una piazza che rivendichi un'economia di pace e non di guerra, non vogliamo che dalle “nostre” fabbriche (vedi Leonardo e Fincantieri) escano strumenti di morte per i conflitti di mezzo mondo.

Vorremmo provare ad immaginare un altro futuro per la nostra città, che non sia quello di dormitorio della sua industria e che questa industria produca benessere e non sfruttamento.

Vogliamo che vengano prodotti beni utili per le persone ed inseriti nella lotta al cambiamento climatico, al contrario di quello che succede con le navi da crociera, beni di lusso con un impatto ambientale insostenibile.

Vogliamo ricordare che quest'anno ci sono stati due incidenti con gravi conseguenze alla Fincantieri e alla SBE, e che le condizioni di sicurezza stanno arretrando di pari passo con le condizioni economiche e sindacali.

Per questi ed altri motivi NON siamo in piazza della Repubblica a sentire i soliti discorsi vuoti, di strutture che hanno rinunciato al loro ruolo di lotta, permettendo il peggioramento della vita di chi lavora, del suo salario, delle sue pensioni, del suo accesso alla salute.

Per questo diamo appuntamento il Primo maggio a partire dalle 10 in piazza Cavour.


📣A causa delle prescrizioni ricevute dalle autorità locali cambierà la nostra presenza in piazza

‼ Ci troverete in piazza Cavour per volantinaggio
In piazza Falcone Borsellino saremo presenti con il banchetto, musica e speakeraggio


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Primo Maggio

per un lavoro che non uccide!

Da quando nacque e poi per molti decenni, il Primo Maggio è stato una giornata di lotta anticapitalista internazionale in grado di trascinare nelle piazze migliaia e migliaia di operai che, inizialmente, rivendicavano con orgoglio le proprie lotte per ottenere il diritto a orari di lavoro umani e a un minimo di tutela sul posto di lavoro.

Il primo maggio si inseriva quindi in un contesto di quotidiane lotte in cui la politica veniva vissuta in maniera molto intensa e partecipata dagli operai che vedevano in questo strumento uno dei modi per emanciparsi.

Vennero poi l'istituzionalizzazione come festa riconosciuta dallo Stato e il San Giuseppe santificato dalla Chiesa e perse quindi negli anni il forte valore rivoluzionario, provocatorio che l'aveva inizialmente caratterizzata.

Rispetto a più di un secolo fa le condizioni sui posti di lavoro sono profondamente mutate ma ciò che non è cambiato sono le dinamiche interne nel modo del lavoro regolate unicamente dagli interessi del capitalismo e dal suo braccio armato che è l'apparato militare.

Il rapporto fra Fincantieri e la Marina Militare Italiana è un esempio lampante di questo connubio: tra il 2022 e il 2026 è prevista la costruzione di 7 pattugliatori d'altura che serviranno a rinnovare le unità navali della Marina Militare. Si tratta di navi molto flessibili in quanto possono essere usate sia per il soccorso in mare ma anche usate come navi da combattimento in prima linea. La decisione è stata presa dal Governo e dal Parlamento. Nella realizzazione di queste imbarcazioni collabora anche la società pubblica Leonardo, considerata la prima azienda in Europa per la produzione di armi, che ha visto un fortissimo aumento delle proprie entrate con la guerra in Ucraina. Il presidente di Fincantieri, il generale Claudio Graziano, parla di un “virtuoso rapporto con la Marina Militare, con il raggiungimento di livelli tecnologici elevatissimi”. Proprio in virtù di tale efficienza tecnologica nel 2020 Fincantieri ha venduto all'Egitto 2 fregate Fremm destinate inizialmente alla Marina Militare Italiana con una cerimonia di consegna avvenuta volutamente in sordina.

Alla faccia di Giulio Regeni e Patrick Zaki.

Questa è l'ennesima prova di come il Capitale non si fermi davanti a niente e non disdegni di continuare collaborazioni commerciali anche con paesi che costantemente calpestano i diritti umani.

Il valore dei contratti delle 7 unità è pari a 3,5 miliardi di euro (dati del 2015) con una quota di Fincantieri pari a 2,3 miliardi mentre Leonardo ha una quota pari a 1,2 miliardi.

Nonostante la forte situazione di difficoltà della Sanità Pubblica si continuano a tagliare risorse e si preferisce investire in armi sempre più sofisticate, controllate da remoto e in grado di fornire costantemente informazioni sulle zone controllate.

Noi ci proponiamo un lavoro, una vita e un mondo differenti!

Circolo libertario Caffè Esperanto

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