Monfalcone Meticcia ricorda Giuseppe Nicolausig – anarchico e frequentatore del primo Caffè Esperanto – e il suo compagno Dioniso Rizzardini vittime della prima violenza squadrista a Monfalcone.
È il 7 ottobre 1921 quando in via IX giugno vengono assassinati due operai del Cantiere: Giuseppe Nicolausig e Dioniso Rizzardini. Poco dopo le 22 i due giovani operai (20 anni il primo, 18 il secondo) stanno rincasando, quando vengono freddati a colpi di rivoltella. Dei due giovani assassinati Giuseppe Nicolausig di Mossa ha sentimenti libertari. Dioniso Rizzardini, originario di Pola, frequenta il gruppo giovanile comunista. Nonostante i due assassini riescano a sfuggire, subito è chiaro che si tratta di un delitto politico compiuto dai fascisti. Il locale Fascio di combattimento – dove secondo il quotidiano comunista triestino “Il Lavoratore” i due assassini si sarebbero rifugiati – cerca di prendere le distanze dall’accaduto e minaccia di farsi giustizia.
Quando si sparge la notizia del delitto, tutta la città, ma specialmente la classe operaia, ne rimane fortemente impressionata. Le maestranze del Cantiere Navale Triestino, dove sono occupati i due giovani, abbandonano il lavoro verso le 9 in segno di protesta. I funerali dei due operai quindi si trasformano in una manifestazione imponente. Forse l’ultima prima dell’avvento della dittatura. Ora a distanza di un secolo la Monfalcone antifascista vuole ricordare questi due ragazzi prime vittime della barbarie fascista nella nostra città e fa un appello per uno spazio a loro ricordo.
Sulla storia di Nicolausig e Rizzardini un articolo sull'ultimo numero di "Germinal", n. 130, aprile-maggio 2021
Su "Il Piccolo" del 25 aprile 2021