In pochi giorni Monfalcone è stata teatro di due aggressioni di una violenza inaudita.
Il giorno di Pasquetta un gruppo di ragazzi di origine bangladese, tutti giovanissimi, dopo essere stati filmati dalle telecamere comunali, sono stati raggiunti da due volanti della polizia locale con manganelli alla cintura che li ha schierati, identificati via video dalla centrale e multati, perché stavano giocando a cricket. Nei loro occhi il terrore.
Due giorni prima in un bar del centro – il salotto buono appena rinnovato con svariati milioni di euro dei contribuenti – Monica Bizaj (una compagna attiva nella solidarietà ai carcerati) ha difeso un'amica palpeggiata. È, quindi, stata presa a calci da cinque uomini mentre era a terra: costola rotta, versamento pleurico, 28 giorni di prognosi. Un episodio da arancia meccanica passato nel silenzio delle istituzioni.
Nessuno dei presenti è intervenuto, un'omissione di soccorso che sicuramente è stata filmata dalle potentissime telecamere controllate, con la nota solerzia, dalla polizia locale.
I due episodi sono legati strettamente. Entrambi sono frutto del clima violento e intollerante, radice di quella cultura autoritaria che a Monfalcone dilaga senza freno.
La giunta comunale, in linea con regione e governo, compare incessantemente sui social. La sindaca di estrema destra, attraverso una propaganda incessante e pervasiva, solletica un'identitarismo d'accatto, dove in una sgangherata scala sociale si cerca sempre " un ultimo" su cui infierire.
Succede anche fra gli immigrati di diverse etnie e i bengalesi sono in fondo alla scala, assieme alle donne che non hanno potere