Con lacrime infuocate agli occhi, con il cuore che esplode di rabbia di amore e di odio, con la mente sovraccarica di pensieri e ricordi, desidero che tutti e tutte voi sappiate che ieri è morto un proletario antifascista.
A Medea, in una fabbrica è morto sul lavoro e di lavoro un amico, un compagno, un operaio antifascista.
Lo voglio ricordare qui oggi e domani e sempre in ogni luogo e con chiunque, perché altrimenti nessuno si ricorderà di lui.
Si ricorderanno di lui la sua compagna, orgogliosa figlia del Continente africano, i suoi amici del "Villaggio balcanico" di via Sile a Gorizia, nel quartiere operaio di Straccis dove ho vissuto per alcuni anni – alcuni anni fa – un'esperienza di vita molto importante. Loro si ricorderanno di lui. Io mi ricorderò di lui. E basta.
Il mio amico operaio, il mio compagno proletario antifascista si chiama Adnan Hodzic… "Ado" per gli amici ed è morto ieri, all'età di 31 anni, lavorando in una fabbrica di Medea, vicino a Gorizia.
Viveva a Gorizia, con la sua compagna e la bambina di quest'ultima che era come se fosse sua figlia.
Viveva a Gorizia, mi aiutava spesso quando avevo bisogno di comunicare con persone di madrelingua serbo-croata-bosniaca, discutevamo spesso di tanti argomenti, magari di fronte a una birra di sottomarca di un discount.
"Ado" aveva partecipato alla grande manifestazione antifascista del 23 maggio 2015 a Gorizia, contro Casapound, i nazionalismi, i razzismi e la retorica militarista dei neofascisti. "Ado" era venuto anche alle altre manifestazioni antifasciste che per alcuni anni hanno agitato la città di Gorizia. "Ado" ha partecipato pure al corteo contro la X Mas del gennaio scorso. Io lo invitavo e lui veniva, lui veniva anche perché era originario della zona di Bihac, in Bosnia, e la sua famiglia era da generazioni famiglia antifascista per la "fratellanza e l'unità".
A chi ancora pensa che il proletariato e la lotta di classe non esistano più, a chi pensa che i processi di proletarizzazione di ampi strati della società siano invenzioni propagandistiche dei rivoluzionari, a chi è convinto che ormai anche gli operai siano peggio dei padroni perché aspirano ai macchinoni e alla bella vita, io rispondo senza comizi o trattati di scienza politica ma sbattendo in faccia le biografie di tanti di noi, la biografia di "Ado" e dei morti della Tyssen-Krupp, la biografia dei braccianti e delle braccianti dei campi e di tutte le vittime della variegata geografia e morfologia dello sfruttamento del terzo millennio. "Ado" si spostava in bicicletta, altro che macchinoni!
Un quotidiano borghese locale, nel riferire la "notizia" della morte dell'operaio Adnan Hodzic, dice che il proprietario della fabbrica sig. Ugo Bernasconi, capitalista lombardo, è stato avvisato dell'accaduto e che partirà da Como per raggiungere Medea.
Si precisa però che il malcapitato lavoratore non era dipendente della Bernasconi srl bensì di una ditta esterna, la Nova SG Costruzioni e Ristrutturazioni di Gorizia: subito un solerte Sindaco di Medea, si è premurato di dire che "c'è grande dispiacere per quello che è accaduto" ma dice anche che…però… "conosco bene il titolare dell'azienda: ha sempre lavorato con grande professionalità e ha avuto riguardo e attenzione per Medea e per la comunità nella quale si è insediato". Adnan è morto perché è precipitato dal tetto del capannone e perché il tetto ha ceduto. Mancavano evidentemente le più elementari misure di sicurezza. Quando muore un operaio per queste ragioni la colpa è del padrone e che il padrone sia dispiaciuto ora non conta nulla ed è solo una beffa e motivo di odio di classe per chi rimane in vita e deve sopravvivere e deve portare avanti sempre con più determinazione la resistenza e la lotta per rovesciare questo sistema marcio e mortifero.
Il compagno proletario antifascista, l'amico, il giovane uomo, il compagno di una donna e il burlone affettuoso "paparino" di una bimba è morto, è morto di lavoro salariato, è morto per pagare l'affitto, le bollette e la spesa alimentare in un discount, è morto producendo ricchezza e profitto per i padroni che ne estorcevano talento, competenza, tempo ed energie: questa è la verità e questi sono i motivi per cui i rivoluzionari e le rivoluzionarie non si daranno mai pace e non concederanno mai pace ai padroni sfruttatori e agli Stati al loro servizio, che hanno bisogno dei disoccupati, dei proletari e dei sottoproletari, dei migranti da regolarizzare quando fanno comodo al mercato e al sistema produttivo e da sfruttare e da rinchiudere nei lager-cpr o nelle galere quando non servono più ai loro profitti o quando alzano la testa e la voce e i pugni chiusi contro il cielo.
Ti sia lieve la terra "Ado", non sarai dimenticato e vivrai nelle lotte di ogni giorno, in quelle da mettere in piedi oggi e nei prossimi mesi e nell'autunno che non sarà caldo ma bollente.
Gorizia, 30 maggio 2020
Un compagno, amico di Adnan "Ado" Hodzic