Il Primo maggio ritorna a Monfalcone

le origini La giornata del 1°maggio non può essere solamente una giornata di festa ed astensione dal lavoro, ma deve essere anche e soprattutto un momento di rivendicazione e di lotta sociale organizzata. Essa è stata istituita in memoria dei tragici fatti di Chicago del 1886 quando una grande massa di lavoratori è scesa in sciopero per rivendicare la giornata lavorativa di 8 ore. La repressione fu feroce: fra il 1° ed il 4 maggio la polizia aprì il fuoco sul corteo uccidendo 13 manifestanti, centinaia di operai furono arrestati e 8 compagni anarchici, ritenuti gli organizzatori dello sciopero, vennero condannati a morte per impiccagione. Proprio in riferimento al massacro di Chicago, i rappresentanti delle maggiori organizzazioni operaie e sindacali riuniti a Parigi nel 1889 proclamarono il 1°maggio “giornata internazionale dei lavoratori”. In Italia tale ricorrenza fu istituita nel 1891 e vietata dal regime fascista nel 1925. Verrà reintrodotta solo dopo la fine della guerra nel 1945.

Un tanto per rinfrescare la memoria sulle origini e le ragioni di questa giornata mondiale di lotta. Fa impressione notare come la giornata lavorativa di 8 ore, ottenuta al prezzo di sanguinose battaglie ed al sacrificio di generazioni di lavoratori, sia ancora oggi, dopo oltre un secolo, il tempo di lavoro che scandisce i ritmi di vita della maggior parte dei salariati. Nonostante l’incredibile avanzamento scientifico e tecnologico la quota di tempo di vita/lavoro imposta dalla schiavitù salariale non è diminuita. Paradossalmente, anzi, il tempo di lavoro richiesto è largamente aumentato con la diffusione dell’imposizione di straordinari obbligatori in molti settori e la condizione di ricatto generalizzato cui sono sottoposti i nuovi schiavi del lavoro precario, flessibile e senza tutele. Altro che “lavorare meno- lavorare tutti”! Abbiamo raggiunto i livelli di disoccupazione più alti dal dopoguerra e nel contempo la produttività è aumentata a ritmi vertiginosi. A costo di apparire retorici non possiamo che sottolineare come l’innovazione tecnologica non abbia affatto migliorato la vita dei salariati, ma prodotto la solita vecchia equazione: diminuzione degli organici e aumento dei ritmi di lavoro. Così come non possiamo tacere la passività e l’acquiescenza delle burocrazie sindacali che talvolta rasentano la complicità nei processi di ristrutturazione sociale e produttiva e che sempre più spesso, in tutti i luoghi di lavoro, rivestono il ruolo di appendici subalterne delle direzioni aziendali. È necessaria una nuova radicale conflittualità nei territori e nei luoghi di lavoro anche ritrovando quella solidarietà tra sfruttati che è stata in parte smantellata con la creazione artificiosa di rivalità e guerre fra poveri. Riteniamo doveroso ed urgente riportare la giornata di lotta del 1° maggio a Monfalcone, importante centro industriale a livello nazionale ed epicentro epidemiologico delle morti da amianto. Già nel 1911, a pochi anni dalla sua fondazione, il cantiere navale di Monfalcone veniva definito dall’Avanti, organo del Partito Socialista, il “cantiere della morte” per il numero impressionante di infortuni sul lavoro. A distanza di oltre 100 anni la grande fabbrica è ancora un luogo di lavoro molto pericoloso, le misure di sicurezza sono totalmente inadeguate e gli incidenti sono all’ordine del giorno. Ma soprattutto molte persone, ex operai del cantiere navale, continuano a morire a causa dell’uso criminale dell’amianto nei decenni passati. Le cifre sono quelle di una guerra e le morti si contano a migliaia. La grande e dignitosa battaglia degli ex esposti e dei parenti delle vittime è stata ed è ancora, sopra ogni altra cosa, una denuncia contro il cinismo dell’organizzazione capitalistica del lavoro che pone il profitto ed il denaro al di sopra della salute e della vita dei lavoratori. Per tutte queste ragioni ci vogliamo fare promotori di un presidio unitario il 1° maggio a partire dalle ore 13 nel luogo altamente simbolico della piazzetta dedicata alle vittime dell’amianto nel quartiere operaio di Panzano a Monfalcone, a pochi metri dai cancelli della Fincantieri Invitiamo tutti ad aderire al progetto ed all’organizzazione dell’evento che ha come obiettivo concreto e realistico, il ritorno definitivo a Monfalcone del corteo del 1°maggio.

PER UN PRIMO MAGGIO DEI LAVORATORI PER LA SALUTE NEI TERRITORI E NEI LUOGHI DI LAVORO PER UNA GRANDE, VITALE, MULTIETNICA E COMBATTIVA MANIFESTAZIONE A MONFALCONE

Caffè Esperanto

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