Avevamo chiesto formalmente al Comune di Monfalcone in occasione dell'inaugurazione della rassegna Ottobre Libertario e della mostra d'arte contro tutte le guerre e tutti gli eserciti “Antimilitarte” un sito nei giardini comunali del Centro cittadino per la posa di un’opera commemorativa ai disertori di tutte le guerre.
Ci veniva negato questo spazio con una nota del 2 ottobre piena di retorica patriottarda e militarista che ad esempio definisce Monfalcone “Sentinella avanzata di italianità”.
A firmarla il “vicesindaco reggente” Antonio Garritani ex colonello dei carabinieri in quota Fratelli d'Italia che considera portatore delle idee di quello che fu il Movimento Sociale Italiano.
Non è la prima volta uno spazio dedicato a ribelli, antifascisti e membri della classe operaia viene negato negli ultimi anni: già in precedenza – era il 2021 – avevamo richiesto informalmente uno spazio per i giovani Nicolausig e Rizzardini in occasione del centenario del loro assassinio da parte dei fascisti.
All'ANPI è stato negato il cambio di denominazione del piazzale della stazione dei treni a Giordano Pratolongo, membro dell'Assemblea costituente che proprio in quel luogo subì nell'immediato secondo dopoguerra un'aggressione che lo avrebbe poi portato alla morte.
Sempre a firma Garritani solo pochi giorni fa è stata negata la possibilità all'Associazione Nazionale Ex Deportati di porre a Monfalcone quella che sarebbe stata la prima pietra di inciampo per la città.
Le pietre d'inciampo, che ricordano nominalmente le vittime delle persecuzioni nazi fasciste, includono i disertori assieme agli ebrei ai sinti e a tutte le vittime pianificate dal regime nazista: tutti soggetti che a Monfalcone non si vogliono ricordare!
Si è ritenuto invece opportuno negli scorsi anni di dedicare un parco alla giornalista islamofoba Oriana Fallaci, un piazzale al terrorista e delatore Piero Dominutti, una targa mistificatoria sulla Liberazione di Monfalcone il 1 maggio 1945, uno spazio alla martire fascista Norma Cossetto.
È del tutto evidente che come gestiscono le istituzioni in modo plebiscitario e la comunicazione in senso assolutista, l'assessora alle priorità strategiche per lo sviluppo urbano Cisint e i suoi epigoni hanno deciso di escludere da Monfalcone tutto ciò che riguarda il passato più o meno lontano che riguarda la sua classe operaia, internazionalista, antifascista e resistente.
Eppure, nonostante le loro manovre politiche, non potranno mai cancellare la memoria storica che affonda le radici nel sangue e nei sacrifici di chi ha lottato per la libertà, per la giustizia sociale, per un mondo senza oppressioni. Noi, eredi di quella classe operaia che ha saputo resistere, continueremo a tenere alta la bandiera dell'antifascismo. Perché non c'è domani senza memoria, non c'è progresso senza lotta, e non c'è futuro senza rispetto per chi ha combattuto per un mondo migliore. La nostra battaglia non finisce, anzi, si rafforza ogni giorno di più, contro chi cerca di offuscare il passato e cancellare la dignità di chi ha dato tutto per la libertà.
Il Piccolo edizione di Gorizia-Monfalcone del 11 dicembre 2024