Senza ossigeno, senza acqua e ora senza alberi perché sta bruciando il Carso.
Un evento prevedibile: da novembre non piove e il Carso è da sempre un territorio a rischio incendi.
In questa regione, la parola prevenzione serve solo per la propaganda partitica di chi governa.
Assessori e presidenti in foto con i vertici della ben foraggiata Protezione Civile e la prevenzione è conclusa.
Se qualcosa va male ci saranno i vigili del fuoco, la forestale e i volontari della Protezione Civile in prima linea.
Viene da invocare maledizioni vedendo come per un incendio devastante si sono aspettati i canadair, arrivati dopo ore, da altre regioni.
Con una pista aeroportuale la regione doveva dotarsi di un mezzo pronto per l'evenienza assieme ad una riserva d'acqua.
Il costo di un Canadair è di 25 milioni, una cifra vicina a quanto la regione ha foraggiato il comune di Monfalcone negli ultimi sei anni.
Quattrini pubblici tolti alla prevenzione incendi per invadere Monfalcone di cantieri cementiferi e inutili, funzionali ad un'asfissiante ma fruttuosa propaganda.
Grandi e piccole opere inutili, funzionali alla spartizione di potere e denaro pubblico, potere ai partiti e denaro alle ditte del tondino e del cemento.
A tal proposito ricordiamo le lotte dei comitati contro il polo intermodale di Ronchi dei Legionari. Davanti all'aeroporto un ecomostro inutile, desolatamente vuoto, costosissimo e scomodo.
Avevano magnificato le future sorti produttive dell'aeroporto per la doppia funzione del polo intermodale, sarebbe stato anche stazione dell'alta velocità ferroviaria.
Un progetto nato vent'anni prima, continuamente rimaneggiato con notevole costo progettuale e miseramente fallito.
Fallito per i cittadini che hanno pagato, remunerativo per chi ci ha guadagnato.
Nei fatti, quando il progetto è stato reso esecutivo, sono state tombate le falde freatiche sottostanti e chiusi i pozzi di emungimento che servivano Monfalcone e i paesi limitrofi. L'acqua a Monfalcone arriva solo dal Carso e fare previsioni sul futuro è facile.
Il film di Francesco Rosi." Le mani sulla città" è più che mai attuale, le sgrinfie si sono estese, gli appetiti sono aumentati e il conto viene presentato, molto salato, con la distruzione del Carso e del polmone verde del litorale.