🖤Se ne è andato improvvisamente e in silenzio Andrea Cianel come quando ai concerti dopo una birra e un paio di sigarette tutto a un tratto spariva nell'ombra e non lo vedevi più perché se ne era andato chissà dove, probabilmente da qualche altra parte ad ascoltare altra musica bevendo un'altra birra.
Andrea gestiva a Ronchi la libreria “La linea d'ombra”, persona gentile e di pochissime parole, riusciva sempre a farti sentire accolto. Puntuale ed efficiente era un resistente, difendeva il suo lavoro in questi tempi sciagurati dove le piccole librerie chiudono i battenti. La porta della libreria era sempre aperta, con Andrea che fumava sulla soglia una sigaretta, prontamente spenta per accompagnarti per ordinare con puntualità asburgica i libri richiesti oppure nella scelta di un volume che trovava nel cosmico caos del suo negozio. Se è vero, come diceva Élisée Reclus, che l'anarchia è la massima espressione dell'ordine, ne è un esempio la semplicità con cui Andrea trovava i libri persi tra scatole e scaffali.
La sua scomparsa porterà anche alla chiusura dell'ultima libreria indipendente della provincia. Per lunghi anni un presidio culturale e politico, un argine, uno spazio di resistenza. Senza di lui sarebbe stata impossibile la realizzazione di molte iniziative culturali come ad esempio il convegno provocazione sul cambiamento di nome di Ronchi dei legionari in Ronchi dei partigiani.
Intollerante alla disciplina della fabbrica da dove è fuggito, prima di varcare la soglia della “Linea d'ombra”, ha fatto letteralmente il giro del mondo. Si è soffermato in Laos, in Brasile e alle Canarie, luoghi già attraversati da altri anarchici e sovversivi bisiachi solo pochi decenni prima come lui in cerca di libertà, lavoro o avventura.
Andrea del resto faceva parte a pieno titolo della storia dell'antifascismo e anarchismo locale di cui custodiva e ci ha tramandato oralmente la memoria. I Cianel sono una famiglia di antifascisti monfalconesi. Suo nonno Edi (Riccardo all'anagrafe) era un anarchico militante dell'epoca del fascismo quando veniva controllato e talvolta incarcerato. Per evitare la cella, nelle occasioni delle date simboliche come quella del Primo maggio o di visite di importanti gerarchi fascisti, con altri compagni si rifugiava all'interno della struttura della fabbrica Solvay nei pressi del porto nella zona del Lisert. Queste latitanze sarebbero continuate anche nel turbolento secondo dopoguerra monfalconese dove, anche con l'avvento del controllo Alleato, rimase il clima antioperaio del ventennio precedente. Anche a casa della sorella di Edi Giovannina si cantava “Addio Lugano” insieme al marito Guido Doria, pescatore e partigiano, e altre compagne e compagni.
Questo è l'ambiente familiare in cui è cresciuto Andrea che aveva raccolto silenziosamente il testimone di questa tradizione. Schivo e solitario non era fatto per la militanza in gruppi e collettivi. Il suo sostegno lo dava con la solidarietà, i consigli, il supporto nel reperimento di libri talora introvabili. Per anni ha diffuso “A rivista anarchica” e stampa di movimento. Le sue idee libertarie erano immediatamente evidenti dagli stessi libri in esposizione. La stessa sua firma sulla carta era una sigla con le sue iniziali che formavano una A cerchiata. Il destino nel nome.
Parlava poco: non sprecava un alito di fiato tra una boccata e l'altra alla sigaretta che aveva sempre tra le mani. Quando però diceva qualcosa aveva sempre suggerimenti inaspettati, sguardi obliqui sul presente, fatti del passato persi tra le pieghe di libri che solo lui – dal suo osservatorio privilegiato della libreria – coglieva. Grazie ad alcune sue dritte e testimonianze è stato possibile ricostruire la traiettoria biografica di Serafino Frausin, anarchico emigrato in Colombia, di cui Andrea conosceva miracolosamente i nipoti.
Oltre ai libri la sua passione più grande è stata probabilmente la musica. Se volevi sapere che concerti ci sarebbero stati nel fine settimana bastava chiedere a lui che come un'ombra si aggirava da un palco ad una piazza verso cui si muoveva partendo dalla tappa fissa dell'albergo Lussino.
Il mare d'estate dove lo trovavi in ogni pausa con sdraio e libro e la raccolta dei funghi in autunno erano altre sue due grandi passioni.
Negli ultimi anni ha forse trascurato troppo la sua salute, aveva problemi respiratori a cui non dava peso nonostante le tante sollecitazioni. Ha preso il largo quindi così verso questo ultimo viaggio.
Ci lascia una persona libera, un amico e un compagno. Buon viaggio Andrea!