L’anarchia, da queste parti, non è una parola da museo né un vecchio slogan stinto sulle magliette dei concerti: è piuttosto un modo di guardare il mondo senza inchinarsi davanti ai suoi altari, soprattutto quello più grosso, più costoso e più ingombrante: l’esercito, la guerra, la retorica della patria imbellettata per reclutare carne fresca. E allora guardi “Antimilitarte” e ti accorgi che questa roba qui, quest’arte sparsa come volantini in una città che cerca di addormentarti, è un guanto di sfida lanciato contro la logica dell’obbedienza. Perché l’anarchico non crede a chi ti dice “stai al tuo posto”. Non si beve il grande spettacolo di immagini con cui il potere ti imbocca come un bambino. Sappiamo che se cedi un pezzetto della tua vita al comando, quello dopo te lo porta via per inerzia, finché ti ritrovi con addosso una divisa che non hai scelto e una guerra che non capisci.
E allora l’arte, in questa storia, non la si appende come un quadro in salotto per far bella figura: la si lascia di fronte alla strada, nei bar, alberghi, ristoranti, nei circoli e nei negozi, come una mina che scoppia nella testa dei passanti. Che è poi quel che dicevano i situazionisti: basta spettacolo, basta fare gli spettatori della nostra stessa esistenza, bisogna rimettere i piedi sulla terra, sporcarsi le mani, riportare l’esperienza al centro. Non c’è separazione tra arte e vita, dicevano, perché proprio lì dove il capitalismo ti vuole distratto, dev’essere invece il luogo dove apri gli occhi. E l’anarchico ci aggiunge che non c’è nemmeno separazione tra vita e politica: ogni gesto è una scelta, ogni scelta può essere un atto di libertà. Così l’antimilitarismo non è una opzione pacifista per anime belle, ma una presa di posizione quotidiana: non obbedire, non lasciarti arruolare nelle guerre altrui, non credere alla favola per cui esistono le “missioni di pace” con il mitra in mano.
“Antimilitarte” allora diventa una specie di laboratorio a cielo aperto: un modo per far vedere come si può vivere fuori dalle gerarchie. Le opere ti guardano come se ti dicessero: “Ehi, non ti accorgi che il mondo ti vuole spettatore silenzioso mentre si divide i profitti di guerra sopra la tua testa?”. E tu capisci che le divisioni – tra civili e militari, tra arte e vita, tra politica e quotidiano – sono i paletti che il potere pianta per non farti correre troppo lontano. Ma qui qualcuno quei paletti li ha strappati, e li ha usati per scrivere sui muri, e sui muri c’è scritto che la libertà non si negozia, che la pace non si costruisce con le bombe, che le storie e le immagini non devono intrattenere ma svegliare.
E allora l’anarchico, il situazionista e l’artista militante, messi insieme, fanno una specie di comitiva strana che ti invita a buttare via il telecomando della storia ufficiale e ad attraversare la città come fosse una mappa di possibilità. Ti dicono di non fidarti dei generali, dei ministri e delle loro verità in divisa. Ti dicono che la guerra non è un destino ma una fabbrica, costruita da chi ha interesse a tenerti zitto. E che l’unico modo per opporsi è ricominciare dal basso, dal corpo, dalla strada, dall’immaginazione che non si lascia addestrare. E poi c’è quell’idea ostinata di far viaggiare la mostra, farla girare come un virus buono, lasciarla contagiare altri territori e infettare altre città, perché certe scintille, se vuoi davvero incendiare qualcosa, non puoi tenerle chiuse in un posto solo. In fondo è tutto qui: rifiutare l’obbedienza, rimettere insieme arte e vita, rompere lo spettacolo con un gesto vivo. Una piccola scintilla, ma le scintille, si sa, fanno partire gli incendi migliori.
ANTIMILITARTE – MOSTRA COLLETTIVA CONTRO LA GUERRA
da aParte – 2024
Per il Caffè Esperanto di Monfalcone, il circolo anarchico più a nord del Mediterraneo, l'arrivo dell'autunno apre le porte alla rassegna OTTOBRE LIBERTARIO, un mese abbondante denso di appuntamenti in cui si intrecciano impegno politico e culturale, incontri e socialità, musica e creatività.
La serranda dell'ex magazzino di frutta e verdura si è alzata per accogliere attorno a una tavola imbandita Paolo Pasi che, con voce e chitarra, ha presentato il suo libro "Sacco e Vanzetti. La salvezza è altrove"; è stata quindi la volta di Marco Pandin che in occasione della ristampa del suo "Nel cuore della bestia" ci ha piacevolmente travolto con le sue storie di musica, punk, città e periferie; Paolo De Toni è partito dal pensiero di Murray Bookchin per creare un dibattito sulle teorie del filosofo americano e sulle attuali lotte ecologiche locali e non; Michele Guerra ci ha guidato in una pedalata di gruppo sui luoghi del suo libro "Il mio nome è Rosa Parks". Quattro appuntamenti per dialogare sul pensiero (non solo) anarchico, sulla sua storia, sulle sue prospettive, sui suoi percorsi, ma anche una serata filmica a completare la storia su Sacco e Vanzetti, e una serata conclusiva (con vino e castagne) a presentare il G.a.s. e la manifestazione contro il poligono di Cao Malnisio, vicino Pordenone, zona inquinata ecologicamente e fisicamente da strutture militari d'ogni tipo.
Ottobre Libertario è stata anche l'occasione per organizzare ANTIMILITARTE – MOSTRA COLLETTIVA CONTRO LA GUERRA, esposizione che, oltre alla sede in cui erano rappresentati tutti i 12 artisti, era ospitata dalle vetrine di 6 negozi in centro città. La mostra ha inaugurato questa quinta edizione di Ottobre Libertario con una camminata lungo i luoghi espositivi presso i quali, oltre alla presentazione delle opere, venivano trattati temi antimilitaristi contro tutte le guerre e contro la militarizzazione del territorio: decreti sicurezza, Fincantieri e Leonardo fabbriche di armi, caserme green…
Dal 20 settembre alla simbolica data del 4 novembre la mostra ha invaso pacificamente ma provocatoriamente la città con la scelta di rendere le opere d'arte contro le guerre sempre visibili dalla strada, giorno e notte; ben tre sedi espositive s'affacciavano sulla "via dell'arte", trasformando questo vuoto slogan coniato dalla giunta comunale, finora capace solamente di addobbarla in stile balneare di dubbio gusto, in una via dell'arte concreta e suggestiva. Una mostra diffusa che ha portato così le nostre voci/immagini libertarie sul complesso territorio cittadino grazie ad alcuni locali (e soprattutto grazie a persone che li gestiscono) che hanno offerto i loro spazi a questo progetto artistico e antimilitarista, condividendone gli intenti umani e artistici e marcando il proprio dissenso sociopolitico nonché l'idea di una città a misura di chi la vive e non di chi la governa.
Più che una curatela espositiva classica è stata una "chiamata alle arti" a mettere insieme artisti provenienti non solo da Monfalcone e dintorni, ma anche da Cormons, Mestre, Udine, Trieste e Nova Gorica.
Quattro grandi vetrine davano inizio al percorso espositivo che dalle vie principali del centro cittadino conduceva alla sede di Caffè Esperanto: in bella vista le installazioni provocatorie e disturbanti di Enrico Tuzzi "Quotidiano" e Anton Špacapan "Bad Religion", e accanto le opere pittoriche dai caratteri riflessivi sui segni della guerra di Roberto Cantarutti e Ciua42. L'itinerario proseguiva con il bianconero delle fotografie di Mara Fella, la cui ricerca si è incentrata sulla dimensione collettiva e individuale del sentimento antimilitarista, e con le allegorie dai colori vivaci dei piccoli quadri giocosi e irriverenti di Marco Novak e degli iperbolici collage neoDada di Rino De Michele. Gli scatti di Mario Puglisi sugli scontri del G8 di Genova 2001 erano affiancanti dall'impatto altrettanto diretto dei poster-collage di Giulia Spanghero sulla tragicità dei possibili scenari quotidiani. Al termine della camminata la splendida serie di francobolli artistici antimilitaristi realizzati da Marco Brunello di Cartiera Clandestina, e i tormenti ecologisti di Salvatore Puddu e pacifisti di Michele Nardon.
A malincuore la mostra è terminata, purtroppo non le guerre; il nostro antimilitarismo prosegue nelle piccole e grandi battaglie di ogni giorno, sempre più sentito e condiviso, e una nuova chiamata alle arti è già partita.
ANTIMILITARTE 2025
Venerdì 3 ottobre – ore 18:00
ANTIMILITARTE – Mostra collettiva di arte contro la guerra
Un’inaugurazione che mette al centro l’arte come strumento di critica, resistenza e immaginazione.
Artiste e artisti si ritrovano per dire NO alla guerra, ai nazionalismi e a ogni logica militarista, con linguaggi diversi ma un messaggio comune: costruire pace, libertà e solidarietà.
La mostra sarà visibile negli spazi del Caffè Esperanto fino al 1 novembre
Evento all’interno del calendario di Ottobre Libertario 2025.
Espongono:
Abdul Hamid Haya
Enej Gala
Etienne von Chelleri
LaDuPont
Libys Siragillac
Marco Opla+ Pasian
Mattia Campo Dall'Orto
Pasquale Luongo
Roberto Ferrari
Rosella Zentilin
Sergio Pratali
Vasko Vidmar
A seguire concerto di TONI BRUNA
Re-Inaugurazione mostra ANTI MILITARTE a San Giorgio di Nogaro, presso lo Spazio Sociale Tai Gjai, sabato 29 novembre, h. 21.00.
ANTIMILITARTE 2024
venerdì 20 settembre 2024
Inaugurazione di Ottobre libertario
Passeggiata inaugurale della mostra con visita alle sedi espositive
ore 18.00 Via Sant'Ambrogio (dietro al campanile)
Cena al Caffè Esperanto – ore 20
Dj set di Barbara Loden – ore 21
Umanità Nova: Monfalcone: Antimilitarte
Il Monfalconese: Antimilitarte, in città una mostra collettiva d’arte contro la guerra
| Espongono:
Anton Špacapan (Nova Gorica) Ciua42 (Sagrado) Giulia Spanghero (Tarcento) Mara Fella (Monfalcone) Marco Novak (Trieste) Mario Puglisi (Monfalcone) Michele Nardon (Cormons) Rino De Michele (Mestre) Roberto Cantarutti (Cormons) Salvatore Puddu (Ronchi) |
Sedi espositive:
Bangla Flavour Benkadì Caffè Esperanto Carso in Corso Casa del Bambino Hotel Lussino Tre Sorelle |
Mappa sedi espositive ANTIMILITARTE
ANTIMILITARTE al PAB di PORTOGRUARO : 03-11 maggio 2025
Il progetto ANTIMILITARTE, nato all’interno della quinta edizione di Ottobre Libertario come esposizione diffusa sul territorio monfalconese, è riuscito a creare nuove (o svegliare sopite) relazioni; e così, al termine della mostra si è pensato di dare continuità a questo progetto espositivo, non solo facendolo diventare un possibile appuntamento annuale per Monfalcone, ma anche rendendolo itinerante, aperto, capace di reinventarsi e incrociarsi con luoghi e persone con cui coltivare percorsi artistici, libertari e antimilitaristi.
Ad ospitare una versione parzialmente rivista della prima esposizione è stato il PAB – Punto Arte Benandante di Portogruaro, spazio che si è sempre distinto per credere nell’arte come punto di incontro tra le persone, per i suoi aspetti autogestionari e per il suo spirito antimilitarista.
Per Caffè Esperanto, già promotore di iniziative antimilitariste, questo progetto vuol essere non solo una visione critica e poetica contro le guerre, ma anche contro gli aspetti che produce la militarizzazione del pensiero (gerarchia e obbedienza), del territorio (caserme e zone non accessibili), dell’economia (produzione bellica e armamenti) e della società (controllo e “sicurezza”).
Oggi è difficile tenere il conto di quanti conflitti infestino il nostro pianeta e di quanti miliardi vengano spesi per il malessere delle persone, mentre quasi tutti gli Stati accelerano verso forme di controllo militarizzato della società e verso un pensiero unico dominante; ed è proprio l’arte a opporsi a quest’abbruttimento della vita, con la sua eterogeneità e la sua capacità di reinventarsi, di essere libera e saper essere critica, provocatoria, meditativa, seducente e, in contesti come questo, fortemente relazionale e condivisa, in contrasto a chi ci vorrebbe separati e uniformati.
I 12 artisti che hanno risposto alla chiamata alle Arti hanno qui proposto opere pittoriche, fotografiche, collage e installazioni dando forma a immagini, alcune dirette altre più meditative, che più che mostrare gli orrori delle guerre, invitano a riflettere su ciò che le provoca e su ciò che ne consegue. All'inaugurazione hanno partecipato i cantautori Giancarlo Lombardi e Matteo Della Schiava che, con le loro canzoni e la loro gran capacità di improvvisazione, hanno catalizzato l'attenzione dei presenti.
Hanno esposto Anton Spacapan, Ciua42, Enrico Tuzzi, Giulia Spanghero, Mara Fella, Marco Brunello, Marco Novak, Mario Puglisi, Michele Nardon, Rino De Michele, Roberto Cantarutti, Salvatore Puddu.
Portogruaro.net: Portogruaro ospita "ANTIMILITARTE": l'arte contro le guerre




