Condividiamo queste informazioni della nostra ricerca nella speranza che qualcuno ci contatti per collaborare o magari raccontarci quanto sa sulla storia del movimento anarchico nell'isontino.
La storia del movimento anarchico a Monfalcone e in provincia di Gorizia è un tema finora mai organicamente affrontato dagli storici ma di cui, come abbiamo già scritto, si possono trovare tracce in alcuni testi (per quanto non ne esistano dedicati all'argomento cenni se ne trovano in diversi libri come segnaliamo in bibliografia).
Dal 2006 – ma è di recente che la notizia è diventata di pubblico dominio – l’Archivio Centrale dello Stato ha reso possibile consultare su internet l’indice del Casellario Politico Centrale del ministero degli interni in cui confluivano tutte le informazioni provenienti da quegli uffici che ora sarebbero assimilabili all’odierna digos.
Questo ha reso così possibile la verifica in forma sintetica di informazioni preziose per organizzare delle ricerche. Ci auguriamo anche che questo strumento possa permettere una ripresa e integrazione del monumentale lavoro diretto da Maurizio ANTONIOLI, G. BERTI, Santi FEDELE, P. IUSO del Dizionario biografico degli anarchici italiani, Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2004.
Qui una guida per la consulatazione del casellario politico centrale.
Ulteriore slancio alla nostra ricerca è dovuto alla recente edizione della casa editrice Zero In Condotta del libro CRONACHE ANARCHICHE. Il giornale Umanità Nova nell'Italia del Novecento (1920-1945) a cura di Franco Schirone con scritti di De Agostini, Di Lembo, D'Errico, Galzerano, Guerrini, Ortalli, Pagliaro, M. Rossi, Sacchetti, Schirone.
A questo libro sono allegati due preziosi DVD contenenti le copie anastatiche del giornale Umanità Nova con diversi articoli inviati da Monfalcone e il suo territorio.
Resta infine da sviluppare l'ascolto delle testimonianze orali (metodologia che ha contribuito a rinnovare – pur con dei rischi e contraddizioni – la storiografia). Abbiamo già alcune persone – tra militanti e loro parenti o amici – da intervistare: se qualcuno avesse nomi da indicarci o altre informazioni gliene saremmo grati.
CENNI
Si è deciso di far partire la ricerca sugli anarchici a Monfalcone dal 1908 (quando nella vicina Trieste il movimento anarchico aveva già una sua maturità tanto che il giornale libertario “Germinal” pare avesse perfino maggior diffusione di quello socialista “Il Lavoratore”), data in cui cantieri navali hanno iniziato ad essere operativi, per la difficoltà a trovare prima tracce importanti di un movimento socialista e anarchico.
Certo in precedenza c’erano già state mobilitazioni operaie ad esempio nel 1902 in seguito allo sciopero dei fuochisti scoppiato a Trieste a cui presero parte anche gli anarchici “attivi nella fase iniziale della vertenza con anzi una funzione di stimolo non trascurabile” echi si ebbero pure a Monfalcone e a Gorizia e anche in altre occasioni.
Sarà però solo con la nascita del Cantiere Navale Triestino e in seguito dell’Adriawerke e quindi con una seconda e più decisa fase di industrializzazione della zona (dopo quella che a partire dagli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento sviluppò una serie di industrie di piccole e medie dimensioni la più importante della quali fu il Cotonificio Triestino fondato nel 1884) e con il conseguente sviluppo demografico della città di Monfalcone con la nascita di una classe operaia numerosa e cosciente che ci sarà una esplosione delle dottrine socialiste e libertarie.
Il primo sciopero del cantiere navale di Monfalcone venne fatto per protestare contro il vile assassinio del pedagogo spagnolo Francisco Ferrer y Guardia. Ogni anno fino al 1914 il gruppo libertario monfalconese mobilitava per questa ricorrenza centinaia di persone – facendo perfino chiudere lo stabilimento in un caso – nonostante le resistenze del gruppo metallurgico socialista che pur ricordando il martire del libero pensiero puntava su iniziative culturali. Da segnalare poi anche centinaia di abiure alle religione cattolica.
Tra il 1 e il 4 luglio 1920 si celebrava a Bologna il congresso dell'Unione Anarchica Italiana. La presenza di un compagno monfalconese – Ernesto Radich – è testimoniata dagli 'Actas de las sesiones del Congreso de la Unión Comunista Anárquica Italiana celebrado en Bolonia los días del 1° al 4 de julio de 1920' pubblicato in Argentina e ora disponibile integralmente sul web.
A fine giugno 1920 a Monfalcone si era costituito con buon numero di aderenti il Circolo Libertario di Coltura Caffè Esperanto che manda immediatamente la sua adesione al Comitato ordinatore del Congresso di Bologna.
Durante la Resistenza i partigiani monfalconesi della brigata Fontanot cantavano la canzone Partigiano bel ragazzo innamorato – che riprende l'aria della canzone della prima guerra mondiale Madelon – nella sua versione spagnola inneggiante al comunismo libertario, alla FAI e alla CNT. La canzone gli era stata insegnata dagli anarchici catalani che nella brigata combatterono fino alla fine della guerra dopo aver disertato dalla Divizion Azul.
Sulla posizione degli anarchici monfalconesi nel secondo dopoguerra sulla questione nazionale (adesione alla Settima federativa jugoslava o adesione allo stato italiano) non esistono documenti originali. Si può comunque presumere che la posizione fosse quella espressa dal giornale anarchico statunitense L'Adunata dei Refrattari – letto e distribuito nel monfalconese – che in diversi articoli prende posizione sulla questione denunciando i contrapposti nazionalismi e l'imperialismo stalinista e jugoslavo.
Per comprendere gli sviluppi del movimento anarchico a Monfalcone negli anni che vanno dal secondo dopoguerra agli anni '70 fondamentale è la testimonianza di Mario Candotto.
Interessante pure l'intervento di Mario Verzegnassi dell'USI-AIT sulla repressione nell'isontino dopo la strage di piazza fontana a Milano del 1969.
Negli anni '70 gli anarchici isontini (tra cui il "Gruppo Anarco-comunista di Gorizia") partecipano alle marce antimilitariste da Trieste ad Aviano.
Sarà proprio nella piazza di Monfalcone nel 1974 durante una di queste marce che ci sarà lo strappo tra gli allora antimilitaristi radicali con a capo Marco Pannella e gli anarchici.
Articolo di Lucio Santin: Il Punk Goriziano negli anni ottanta.
Tra i gruppi punk anni '80 goriziani ricordiamo Fottutissima Pellicceria Elsa, Warfare e l'etichetta Nuclear Sun Punk
Con queste parole Raffaele BB Lazzara descriveva la situazione a Monfalcone e a Gorizia nell'ottobre 1993 su A-rivista anarchica:
Vi sono poi le situazioni emblematiche di Monfalcone e Gorizia. A Monfalcone i collettivi «Brankaleone» e «Sempre Kontro» propongono iniziative di lotta da alcuni anni senza avere un vero e proprio luogo fisico.
Nel 1992 vi è stata una breve occupazione subito contrastata.
Una situazione simile è quella di Gorizia, dove i compagni libertari da diversi anni organizzano mostre, esposizioni e concerti cercando di creare una sensibilità più estesa che gli possa permettere una futura concretizzazione.
Per un breve periodo Sempre Kontro occupò un posto a Ronchi che una volta sgomberato lasciò spazio al degrado.
Alcuni volantini dell'epoca:
Collettivo Spazi Sociali – Monfalcone
Banbaalacha è un blog sulla scena musicale monfalconese legata alle occupazioni degli anni '90 a cui presero parte anche simpatizzanti libertari.
Quegli anarchici a Monfalcone, cent’anni fa da Il Piccolo del 15 gennaio 2014 — pagina 36 sezione: Speciali
Venne dal Carso la bomba destinata al Duce da Il Piccolo del 10 febbraio 2014 – Pagina 1 e 18 – Gorizia-Monfalcone
Gli operai anarchici del cantiere di Monfalcone da Il Piccolo del 4 maggio 2014 — pagina 50
La storia anarchica italiana passò da Monfalcone da Il Piccolo dell'11 maggio 2014 — pagina 49
Lavoratori del mare e del ferro: l'Unione Sindacale Italiana a Trieste, Monfalcone e Muggia prima del fascismo da Germinal n. 119, pagina 31
Monfalcone, l'anarchia e l'esperanto da A rivista anarchica anno 44 n. 391 estate 2014 , pag. 20
Gorizia ai tempi della federazione anarchico-comunista da Il Piccolo del 2 ottobre 2014 – Segnalazioni, p. 35
Alcune foto sugli anarchici a Monfalcone sul social network facebook
SPOGLIO DI UMANITA' NOVA
Articoli e sottoscrizioni da Monfalcone, Friuli, Trieste, Istria
BIBLIOGRAFIA MINIMA
- Galliano Fogar L'antifascismo operaio monfalconese tra le due guerre,Vangelista, Milano, 1982
- Marco Puppini Costruire un mondo nuovo : un secolo di lotte operaie nel Cantiere di Monfalcone, Centro isontino di ricerca e documentazione storica e sociale "Leopoldo Gasparini", Gradisca d'Isonzo, 2008
- Umberto Tommasini L'anarchico triestino, Antistato, Milano, 1984
- Ennio Maserati Gli anarchici a Trieste sotto il dominio asburgico, Giuffre, 1977
- Ennio Maserati Il movimento operario a Trieste dalle origini alla prima guerra mondiale, Giuffre’, Milano, 1973
- Franco Schirone (a cura di) CRONACHE ANARCHICHE. Il giornale Umanità Nova nell'Italia del Novecento (1920-1945), Edizioni Zero In Condotta, Milano, 2010
- Matteo Ermacora Le donne internate in Italia durante la Grande Guerra, DEP, n. 7 – luglio 2007, Venezia
- Placido La Torre Il congresso UAI nelle carte della questura e in un resoconto argentino contenuto in L'Unione Anarchica Italiana. Tra rivoluzione europea e reazione fascista (1919-1926), Edizioni Zero In Condotta, Milano, 2006, pag. 39-104
- Actas de las sesiones del Congreso de la Unión Comunista Anárquica Italiana celebrado en Bolonia los días del 1° al 4 de julio de 1920
- Silvano Benvenuti Fabbrica e società – Il gruppo metallurgico di Monfalcone nel 1911 e il ruolo dei fratelli Fontanot da Il Territorio n° 10 – novembre 1984
- Gian Pietro Testa, La strage di Peteano, Einaudi, Torino, 1976. Nuova Edizione: Minerva, Argelato (BO), 2007.
All'Archivio di Stato di Gorizia esistono due buste che riguardano tangenzialmente questa ricerca entrambe contenute nel fondo Capitanato distrettuale di Gorizia.
Una è la busta "Antimilitaristen" che contiene una serie di rapporti di polizia spediti al Capitanato distrettuale di Gorizia da diverse località dell'entroterra sloveno (Chiapovano, Castagnevizza, Piedimonte, Plava, Canale…). Il primo è datato 6 giugno 1911 e l'ultimo 19 gennaio 1912 e relazionano – quanto ci è dato capire visto che i rapporto sono tutti scritti in tedesco – su propaganda antimilitarista svolta anche da attivisti di origine ceca: Emil Špatny e Josaf Pšenička.
L'altra busta contiene un totale di 29 schede di anarchici argentini (perlopiù di origine spagnola e un paio di italiani ma non della zona) espulsi dallo stato sudamericano tra il 1905 e il 1906 con descrizione, foto, impronte digitali e valutazione politica inoltrato al locale Capitanato di polizia dalla Division orden publico de la policìa de la capital – Republica Argentina.